"Ci sono cose che nessuno vedrebbe se io non le fotografassi": questo è lo spirito che muove lo sguardo ostinato e curioso di Diane Arbus.
[...] Prostitute, emarginati e freaks sono la carne viva con cui la grande fotografa newyorkese nutre il suo vorace talento, perennemente in bilico fra repulsione e familiarità, fra morboso voyeurismo e desiderio di conoscenza. Nata e cresciuta in un'agiata famiglia di commercianti, se ne distaccherà ben presto, ansiosa di arrampicarsi quanto più in basso possibile nel ventre oscuro di una New York grottesca e sterminata, gonfia di bizzarri personaggi, di indifferenza e disperazione. Fotografare il proibito per restituirlo, nella cruda verità di un primo piano, agli occhi della mente: questo il canone che Diane Arbus elegge a principio assoluto del proprio lavoro, alla ricerca di un varco che lasci intravedere, al di sotto della maschera, il volto autentico della realtà. Richard Avedon, Walker Evans e Robert Frank i suoi mentori, protagonisti di quella beat generation che, nascosta nei fumosi appartamenti del Greenwich Village, saprà imporre genio e sregolatezza alla cultura e all'arte americana degli anni Sessanta. Patricia Bosworth ripercorre in questa biografia l'esistenza di una donna tormentata e affascinante, che ha reso la fotografia uno strumento di verità.