Un romanzo autobiografico, delicato e pieno di ironia, che racconta gli anni della Seconda guerra mondiale visti dagli occhi di una bambina ebrea. Trasferitasi da Torino a Roma, la piccola viene nascosta in un convento cattolico per sfuggire alla deportazione.
[...] Qui la sua identità religiosa vacilla e il rapporto con la madre si fa difficile. Ma sarà proprio lei, a guerra terminata, a dire alla figlia: non sei una bambina ebrea, sei una bambina e basta.