In questi ultimi anni lo yiddish ha suscitato un crescente interesse in tutto il mondo, eppure solo pochi di noi saprebbero darne una definizione esatta: una lingua ibrida - un misto di tedesco ed ebraico con forti influenze slave -, parlata oggi da appena quattrocentomila persone e che tuttavia ha contribuito a fare la storia e la cultura dell'Europa che conosciamo. Senza lo yiddish non esisterebbero i romanzi del premio Nobel Isaac Bashevis Singer e di Mordecai Richler, né i film di Woody Allen o dei fratelli Cohen. E le serie tvUnorthodox e Shtisel non avrebbero avuto il successo planetario che invece hanno riscosso. In questo libro, Anna Linda Callow ci conduce lungo le vie del quartiere ultraortodosso di Williamsburg e attraverso le più belle pagine di letteratura yiddish, ma soprattutto ripercorre insieme a noi le vicissitudini incredibili e appassionanti di una lingua senza patria, e forse proprio per questo senza frontiere: una lingua in grado di comunicare, anche sotto la patina della traduzione, «il travaglio di un'epoca, l'urgenza di un pensiero, il desiderio di conoscere e di spiegarsi che è il destino più alto dell'essere umano».