Ci sono domande che Daniel non può fare ad Aida, tasti che non può toccare: provocano liti, musi e silenzi. Lui vorrebbe sapere di più del passato di lei; delle origini iraniane; della cultura; della famiglia. Quando parte per terminare il servizio civile, finalmente Aida si apre, scrivendo.
[...] Racconta una vita iniziata in un campo profughi in Iran, una famiglia spaccata fra due civiltà. Un babbo teologo conservatore, che non riesce a metter radici in Svizzera, e decide di tornare alle origini, in Iraq. Ma ciò che è Patria per i genitori, per lei e sua sorella è un luogo impossibile. E decide di fuggire, di tornarsene in Svizzera con lei. Un libro pieno di poesia, nostalgia, speranza, la distanza fra due culture, il desiderio di cucitura e di confronto.