Heschel scrisse "L'uomo non è solo" nel 1951, e da allora il libro non ha mai cessato di rapresentare un punto di riferimento per tutti coloro che si interrogano sul senso della vita umana.
[...] Nell'introduzione, Cristina Campo scrive: "In una città di pietrificati o di sonnambuli, che non sanno più nulla di se stessi, che non hanno dimenticato persino l'elemento primario e miracoloso nel quale vivono immersi, Heschel appare il vero vivente e veggente. Per un lettore cresciuto nei libri del secolo, l'incontro con Heschel è senza dubbio un seguito di percosse mentali dalle quali si rialzerà malamente se non avrà scelto tra l'uno e l'altro dei sentimenti spiritualmente decisivi: la rivolta o la contrizione".