Campagne fotografiche
Archivio Fototeca Marco Pesaresi. Le campagne fotografiche vengono avviate già alla fine degli anni ’90, ma è con Mario Cresci, nel periodo in cui ricoprì il ruolo di direttore artistico del SI FEST, che si comincia a mettere a fuoco il progetto e a definire le azioni che si volevano realizzare. In questa direzione, un grosso impulso viene dato anche dalla direzione di Stefania Rössl e Massimo Sordi. Nel periodo di più intensa collaborazione con Mario Cresci è stato attivato un laboratorio della memoria visiva, da cui è scaturito un progetto di “Archivio del territorio” che ha prodotto una ricca documentazione dell’area del Rubicone.
Nell’ambito del progetto “Savignano Novecento. Una città si racconta”, inaugurato nel 2000 per indagare e documentare la memoria del secolo recente, la campagna fotografica “Grandangoli. Savignano vista dai Savignanesi”, ha coinvolto 150 cittadini, impegnati a dare, con le macchine usa e getta, una risposta comune alla domanda: “Quale immagine della tua città vorresti lasciare a coloro che la vivranno tra 100 anni?”.
Dal 2009 al 2012 il progetto “Sin_tesis. Territorio industria società” ha chiamato artisti europei di fama internazionale a condurre campagne fotografiche rivolte allo scandaglio del rapporto fra territorio e pratiche sociali prodotte dalle dinamiche economico-industriali in atto, il progetto Sin_tesis ha riunito nell’arco dei quattro anni i fotografi invitati nella osservazione e lettura del territorio di Savignano sul Rubicone, coinvolgendo studenti della Facoltà di Architettura, fotografi provenienti da varie località italiane, industrie, imprese agricole e artigianali, attività e strutture commerciali locali. Si sono avvicendati nelle rispettive campagne: Martin Parr (UK), Andrew Phelps (A), Raymond Wouda (NL) e Simon Roberts (UK).
I censimenti per immagini e le campagne fotografiche rappresentano a Savignano un work in progress che si rivolge alla città dove da tanti anni, la fotografia transita e sosta, dove ha diffuso impressioni e suggestioni, entrando anche indirettamente e inconsapevolmente nelle percezioni e nelle aspettative delle persone come un appuntamento periodico e irrinunciabile, conosciuto, compreso, partecipato, vissuto in maniere diverse.