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L’imperatore di Atlantide di Viktor Ullmann e Petr Kien
2019
Abstract
L’imperatore di Atlantide è una breve opera lirica composta da Viktor Ullmann e Petr Kien nel 1943-44, mentre erano prigionieri del ghetto di Terezín.
[...]
Si trattava di un ghetto “modello”, abbellito in occasione dell’ispezione della Croce Rossa Internazionale del 1944 per ingannare la delegazione sulle condizioni degli ebrei nel Reich. Una vera e propria “messa in scena” nel consueto stile perfidamente beffardo dei nazisti, in cui gli i prigionieri, quasi tutti intellettuali e artisti, venivano costretti a fingere una vita normale tra caffè, concerti, teatri, scuole e biblioteche, prima di essere caricati su una tradotta e portati ad Auschwitz. L’opera è tuttavia un vero e proprio atto di resistenza. Ullmann e Kien reinterpretarono infatti un mito caro ai nazisti, quello di Atlantide, paradiso perduto della purezza ariana, inscenandone profeticamente il crollo e la sconfitta. In questo volume – che presenta il testo del libretto in traduzione con l’originale tedesco a fronte –, Enrico Pastore racconta la storia dei due autori, illustra il contesto del ghetto di Terezín e analizza il valore artistico dell’opera, mentre a Marida Rizzuti è invece affidata l’analisi della partitura.
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