La figura di Carlo Piancastelli si inquadra in un momento speciale della storia del collezionismo librario e degli studi bibliografici, che potrebbe essere definito una sorta di "primavera bibliografica romagnola".
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Gli anni che precedono la pubblicazione del saggio "Pronostici ed almanacchi" (1913) sono contrassegnati da un crescente interesse, sia sotto il profilo filologico che sotto quello bibliografico, per la letteratura popolare e il folclore; anni di ricerche che si concentrano intorno al "Giornale storico della letteratura italiana" e producono i primi strumenti bibliografici. Il saggio qui riproposto rappresenta uno tra i contributi più significativi di Piancastelli. A cent'anni di distanza dalla prima edizione si è scelto di ripubblicarlo in una versione che dia conto dei tanti aggiornamenti fatti nel tempo dall'autore in vista di una nuova versione che però non vide mai la luce. Il discorso di Piancastelli percorre un arco di 6-7 secoli, da Guido Bonatti (XIII secolo) al "Luneri di smembar". Se il percorso è prevalentemente bibliografico, non si può tuttavia ignorare che le competenze di Piancastelli non erano illimitate e che qualche lacuna, dovuta allo stato generale della ricognizione del patrimonio bibliografico nazionale di un secolo fa, è sicuramente presente: ciononostante non si può non apprezzare la qualità delle ricerche di Piancastelli, ancora oggi preziose e talvolta insuperate. Presentazione di Elide Casali.