Quando le truppe borboniche e sanfediste entrarono a Napoli nel 1799, l'Europa intera rimase sconvolta perché le violenze culminarono in episodi di antropofagia.
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Ma questi delitti di bassifondi dimenticati costituirono un unicum, un caso isolato? Anche se Napoli è il punto di partenza della narrazione, lo sguardo si allarga poi all'Europa, con una comparazione nella lunga durata che si estende dal tardo Medioevo delle lotte tra guelfi e ghibellini e delle signorie che chiudevano l'esperimento comunale al Cinquecento del Sacco di Roma e delle guerre di religione in Francia; dal Seicento della Rivoluzione inglese e del secolo d'oro olandese fino al Settecento della Rivoluzione francese. Una carrellata impressionante di decine e decine di massacri popolari, coronati dal cibarsi di carne umana, che mostra quanto il cannibalismo in Europa fosse soprattutto un'estrema pratica magico-rituale della politica popolare, fino a un tempo a noi molto vicino. Un'indagine sconvolgente e appassionante, condotta fra storia e antropologia, che riesuma un grande rimosso della storia del Vecchio Continente: il cannibalismo praticato non per fame ma nel fragore della lotta politica.