In quali condizioni si trova, in Italia, il libero pensiero, quindi l'atteggiamento intellettuale laico? È la domanda dalla quale trae spunto il pamphlet polemico del filosofo Vittorio Alberti. Politica senza ideali, sfiducia nel futuro, comunicazione mediocre, qualità soffocata, idee stantie, sono questi i problemi che assillano e indeboliscono la laicità nel nostro paese.
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L'Italia in crisi ha bisogno di idee nuove, e per denunciare la nostra assenza di laicità Alberti individua come peccato originale un episodio e uno scenario. Il primo è l'appello contro il commissario Luigi Calabresi, firmato nel 1971 da ottocento intellettuali; il secondo riguarda i conti rimasti ancora aperti con la caduta del Muro di Berlino. Esempi entrambi del modo, molto italiano, di mancanza di «libero pensiero». Dalla politica alla società -spiega Alberti - la comunicazione minaccia i pensatori liberi e mette a dura prova il ruolo, quanto mai defilato, degli intellettuali. Perché la laicità è tale solo quando non è faziosa, non spaccia l'interesse di parte per verità, si tiene alla larga dal pregiudizio ed è coraggiosa, inquieta, sempre interrogativa e più che dare risposte allarga il ventaglio delle domande. "Non è un paese per laici" propone un nuovo modo di pensare che sia al passo con la storia e motivi anche in Italia una rinnovata coscienza democratica che ponga al centro dell'azione culturale - superando schemi antiquati e clericalismi non solo religiosi - la migliore intelligenza del nostro umanesimo.