Per piy di tre secoli, dal Quattrocento al Settecento inoltrato, la cultura fiorentina h stata uno dei fondamenti dello spettacolo europeo. Non solo nel campo del teatro recitato, ma anche in quello musicale, nella scenografia e nell'architettura, nella progettazione dei cerimoniali civici, nella gestione degli eventi pubblici.
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Al fondo di tutto questo un'officina che fu nello stesso tempo materiale e intellettuale. Artigiani e iconologi, maestranze e artisti, collaborarono ad una produzione di feste e allestimenti che costruirono un sistema di comunicazione funzionante come modello per le grandi monarchie nazionali (Francia, Spagna e Inghilterra).
Di tale modello, progressivamente e pazientemente costruito da una tradizione culturale che affonda le sue radici nel neoplatonismo quattrocentesco, questo volume, opera di una delle massime studiose del fenomeno, ricostruisce i presupposti ideologici e l'evoluzione in sintonia con il mutare dell'assetto politico-istituzionale e in coincidenza con il prodursi di alcuni eventi sintomatici della storia dello spettacolo.
Ma accanto alla strategia spettacolare governata dall'alto il libro mostra il manifestarsi di una tecnica operativa che muove dal basso, legata all'attivismo delle associazioni laiche e religiose che costituirono il tessuto vitale della cultura fiorentina. Grazie alla "lunga durata" di queste aggregazioni artistiche, in cui convissero pittori cantanti scrittori musicisti artigiani, la societ` teatrale che si sviluppr dall'epoca di Lorenzo a quella degli ultimi granduchi non pur essere definita unilateralmente come espressione di un "antico regime".
Sara Mamene descrive cosl, accanto al piy evidente mondo cortigiano autoreferenziale, un'attenzione del governo mediceo per le risorse umane messe a disposizione dal tessuto artigianale e produttivo della citt`. Sapiente h l'opera di mediazione tra livelli alti dello spettacolo e contributi bassi, svolta da artisti come Callot, chiamato ad essere cronista della molteplice variet` dello spettacolo del suo tempo, e come il pittore Cristofano Allori, attore e cantante di osservanza granducale ma attivo anche all'interno di accademie e botteghe promiscue.
Il quadro d'insieme registra un affascinante percorso di "incarnazione" degli ideali umanistici in parallelo con l'evoluzione della societ` fiorentina. Un laboratorio che attraverso le forme dello spettacolo anticipr il prevalere, nelle forme dolci dell'arte teatrale, del gusto e della mentalit` borghese.