Come ebbe a dire Montale, l'opera di Antonia Pozzi è legata a un equivoco interpretativo che, se pure portò a un rapido successo, fu anche responsabile del successivo disinteresse.
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La pubblicazione delle lettere della poetessa è perciò un contributo fondamentale per ripercorrere l'avventura biografica e artistica di una delle voci femminili più intense della letteratura italiana del Novecento, e per rivalutare quell'integrità intellettuale che Antonia condivise con altri compagni (Vittorio Sereni, Remo Cantoni, Enzo Paci, Dino Formaggio) negli anni non facili dell'Italia fascista.