Il pianto autobiografico dei ricordi dalla prigionia per criminali comuni dove Dovlatov andò a fare la guardia militare dopo la sua espulsione dall'università; e il piano della invenzione, nelle lettere che finge di scrivere agli editori dell'esilio di New York, e in cui racconta delle traversie nel tentativo di farsi pubblicare i racconti di Regime speciale, della sua gioventù sovietica e della vita in esilio.
Come un contrappunto, un controcanto, o forse meglio, come un'eco ripetuta tra vita di liberi e vita di prigionieri, allo schizzo, al personaggio, all'episodio dal campo di prigionia, si alterna lo schizzo, il personaggio, l'episiodio dalla vita quotidiana.