Ritratto di gruppo con assenza: quello di alcuni ragazzini sorridenti immortalati in una fotografia che induce l'autore, dopo quattordici anni di esilio, a ritornare in Cile, sulle tracce dei loro destini, e del destino di un paese uscito dalla dittatura.
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Da vero cosmopolita Sepùlveda tratteggia vicende lontane fra loro nel tempo e nello spazio: combattenti valorosi, bambini senza futuro, una Miss colombiana che muore durante un intervento di chirurgia plastica, di una signora sovietica. Ma non manca l'ironia e la preoccupazione per l'ambiente. Quello di Sepùlveda resta un mondo di purezza e bellezza ferite, raccontato con uno sguardo essenzialmente e modernamente etico.