Sfarzo di fondi azzurri di lapislazzuli, candore di membra delicate, fantasmagorie palpabili di tessuti, volti "tanto naturali che paiono vivi veramente e che non manchi loro se non lo spirito" (Vasari).
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Il nome del Bronzino evoca immagini senza tempo, che la prima monografica incentrata sulla sua produzione pittorica sostanzia tuttavia attraverso la ricostruzione del suo percorso intellettuale e artistico: la formazione con il Pontormo, i momenti drammatici dell'assedio di Firenze e della caduta della repubblica, la frequentazione dei maggiori ingegni di una città ancora attraversata dal fremito delle istanze di riforma religiosa, l'esperienza marchigiana; poi la svolta del principato, con il cristallizzarsi del potere cosimiano e di una corte in cui l'artista trovò un ruolo ufficiale facendosi incarnazione della pienezza della "maniera moderna"; l'eredità, infine, consegnata al migliore tra i suoi allievi, l'Allori.