Il saggio, vincitore del premio Pulitzer per il 2003, espone e commenta le reazioni dei governi statunitensi di fronte ai genocidi del XX secolo. Reazioni che hanno sempre coinciso con un'assoluta inazione. Il testo è un documento sulla mancanza di risposte della prima potenza militare ad alcune delle più efferate stragi etniche perpetrate negli ultimi cento anni.
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Lo sguardo dell'autrice si sofferma sui genocidi successivi alla seconda guerra mondiale (Cambogia, Iraq, Rwanda, faide balcaniche) nei confronti dei quali gli Stati Uniti hanno assunto una posizione di copertura mediatica e di sostanziale mancanza di interventi. Nel saggio la Power analizza la figura storica del polacco Raphael Lemkin, uno dei primi a opporsi ai genocidi.